Guai a chi tocca la nostra tradizione

panevin

 

 

 

Domenica sera, 5 gennaio, giornata dei “Panevin”, abbiamo raggiunto alle ore 22:00 i 223 µg/m3 (microgrammi per metro cubo) di PM10 e alle 24:00 il picco di 418 µg/m3, un picco impressionante, forse mai raggiunto negli anni precedenti.PM10_Ore 11 06_01

Eravamo, per le PM10, 8 volte e più sopra il limite di 50 µg/m3, limite oltre il quale la qualità dell’aria viene definita “scadente” e 4 volte e più sopra il limite di 100 µg/m3, limite oltre il quale la qualità dell’aria viene definita “pessima“.

Inoltre lunedì 6 gennaio abbiamo avuto delle medie giornaliere da “fuori di testa” anzi da “polmoni bruciati”:

  • – per le PM10 di 121 µg/m3 (limite 50 µg/m3),
  • – per le PM2.5 di 113 µg/m3 (limite di 25 µg/m3)

Questi sono i dati rilevati dalla stazione Arpav (Agenzia per l’Ambiente del Veneto) situata nel Comune di Mansuè, località Cornarè di Basalghelle, a solo 5 chilometri in linea d’aria dal centro di Gaiarine, stazione di riferimento, così ha stabilito l’Arpav, anche per determinare la qualità dell’aria del nostro comune.

La stazione Arpav, che si trova a Treviso in via Lanceri, ha rilevato per le PM10 alle ore 24:00, sempre di domenica sera, 448 µg/m3 un picco “catastrofico” .

Poiché l’Arpa Friuli (Agenzia per l’Ambiente del Friuli Venezia Giulia) mette a disposizione per ogni sua stazione solo le medie giornaliere e non i dati in tempo reale, non permettendoci così di conoscere il picco alle ore 24:00 di domenica, riportiamo qui di seguito le medie di due stazioni relative alla giornata di lunedì 06/01/2020:

Stazione di Brugnera, che si trova a circa 2,5 Km dal centro di Francenigo.
   Media giornaliera = 124 µg/m3, una media altissima, 2 volte e mezza sopra il limite
   di 50 µg/m3.
Stazione di Sacile che si trova a circa 4,7 Km dal centro di Francenigo.
   Media giornaliera = 93 µg/m3, anche questa una media molto alta, quasi due volte
   sopra il limite di 50 µg/m3

Ricordiamo per che il limite giornaliero per le PM10 è di 50 µg/m3, che non può essere superato più di 35 volte all’anno. Se superato per 4 giorni consecutivi si entra in un primo livello di allarme (arancione) e se superato per 10 giorni consecutivi si entra nel secondo livello di allarme (rosso), con conseguenti interventi obbligatori anche drastici da parte degli enti locali .

Dal 31 dicembre, fino ad oggi i valori delle PM10, rilevati dalla stazione di Mansuè sono stati sempre superiori al limite, tranne che il 2 di gennaio, giorno nel quale abbiamo raggiunto, guarda caso, esattamente i 50 µg/m3 .

Invece a Brugnera è dal 30 dicembre, dieci giorni, che vengono superati consecutivamente i limiti delle PM10.
A Sacile sono solo, si fa per dire, sette i giorni consecutivi di superamento.

Siamo proprio messi bene. Un ‘aria “molto sana”, non c’è che dire.

Ci sarebbero tanti altri dati da evidenziare.
Bisognerebbe spiegare nel dettaglio cosa sono le polveri sottili, le nano polveri, la loro persistenza, come si muovono, con quali altri inquinanti si associano nell’atmosfera, dove vanno a finire e poi spiegare la loro grande capacità di penetrare nell’organismo e provocare danni a distanza di anni.
Si dovrebbe raccontare qualcosa sulle le diossine.
Bisognerebbe parlare dell’inquinamento da ozono, da ossidi di zolfo,  di quello relativo agli IPA (idrocarburi policiclici aromatici) che si liberano dalle sostanze organiche sottoposte a combustione, e di altri.
Bisognerebbe parlare della combustione e spiegare come questa produca tutti gli inquinanti citati e bisognerebbe spiegare in dettaglio quanti danni alla salute ed in particolare a quella della popolazione più vulnerabile (bambini e anziani) essi provochino.
Notizie che con un po’ di pazienza tutti voi potreste ricavare dai vostri medici, da studi pubblicati su riviste e giornali, da internet, dalla televisione o ancora da altre fonti, notizie che vi permetterebbero di aumentare la vostra conoscenza e di capire in che cosa siamo “immersi” e soprattutto cosa respirano i nostri figli.

Arriviamo al dunque.

E’ chiaro a tutti che l’attuale situazione catastrofica dell’aria della provincia di Treviso e di quella limitrofa di Pordenone non è solo colpa dei “panevin” o come vengono chiamati in Friuli dei “fuochi epifanici“, perché l’inquinamento “di base” dipende dal traffico, leggero e pesante, dalle industrie manifatturiere, dalle industrie per la produzione di energia, dagli impianti a biomassa, dalle stufe a legna, ecc..
Questo inquinamento si sposa con la mancanza di precipitazioni e di vento e con le alte pressioni atmosferiche di questi giorni che fanno da tappo  agli inquinanti e ai vapori emessi, i quali pertanto sono costretti a restare confinati in un sottile strato d’aria adiacente al suolo di appena 200-400m.

E’ fuor di dubbio, però, che i fuochi di artificio e soprattutto le combustioni a cielo aperto, i “panevin”, poiché emettono una grande quantità di inquinanti, sommano questi all’inquinamento “di base” e contribuiscono, soprattutto in questo periodo, a peggiorare in modo notevole la qualità dell’aria.

E’ elementare: in certe condizioni atmosferiche più inquinanti si emettono, maggiore diventa la loro concentrazione nello strato d’aria imprigionato adiacente al suolo e più irrespirabile diventa l’aria. Un bambino lo capirebbe!!!

Dalla stampa si è appreso che sono stati 171 i panevin “autorizzati” nella provincia di Treviso (qui la lista https://www.trevisoeventi.com/treviso-panevin.html), ma i “Panevin” bruciati, tralasciando quelli casalinghi che sono centinaia e centinaia, sono stati molti di più.
Scorrendo la lista abbiamo visto che non sono stati indicati, per esempio, i quattro di Gaiarine pubblicizzati con enfasi dal sindaco e mancano quattro dei sette “autorizzati” da Fontanelle.
Quindi possiamo supporre, senza paura di essere smentiti, che quelli “grandi e autorizzati” siano stati molti di più dei 171 dichiarati.

Centinaia di fuochi, centinaia di tonnellate di biomassa bruciata a fuoco libero.

“Evviva il Panevin”, “Evviva la tradizione”, cantano tanti amministratori soprattutto della provincia di Treviso e di Pordenone, incoscienti della salute dei cittadini ma custodi della “della loro identità”, accompagnati anche dai loro rispettivi governatori, che tra l’altro si pavoneggiano mentre “accendono”.

Cantano ai quattro venti e molti cittadini e concittadini cantano con loro.
Guai a tocca i “Panevin”. Guai a chi tocca la “tradizione veneta”.

Ma davvero non siamo in grado di cambiare prospettiva?
Davvero non siamo in grado di cambiare modo di osservare e giudicare le cose?

Abbiamo letto alcuni commenti su social provenienti anche da nostri concittadini.

C’è chi apostrofa quelli che criticano il “panevin” come « sono sempre quelli del “NO“», non accorgendosi che sono loro quelli del “NO“, perché quegli altri, i loro “competitor”, sono per il “SI”.
Sono per il “SI” alla salute, sono per “SI” ad un aria più pulita.

Poi c’è chi, non avendo idee proprie , tira in ballo Rubbia,  usandolo in chiave “negazionista” dei cambiamenti climatici e per sbeffeggiare Greta Thunberg, quasi che vincere un premio Nobel, per la fisica e non per la climatologia, sia la certificazione della validità scientifica di ogni suo pensiero e che estenda le sue competenze in qualunque settore della conoscenza. Ma dai.

Se vogliamo proprio prenderlo in considerazione “sto” Rubbia, allora non bisogna dimenticare che nel 2007 affermò, facendo riferimento al lavoro dell’Ipcc (Intergovernmental Panel on Climate Change), che «il suo ultimo rapporto ha dimostrato in maniera indubbia che gli effetti antropogenici sono la causa più probabile del cambiamento climatico»

E poi, sempre nei social,  c’é chi enfatizza la tradizione “sopra ogni cosa”, anche il nostro sindaco,  come se la nostra identità e la nostra capacità di essere “comunità” fosse legata “ad un fogo de fassine” .

Sappiamo che esistono aspetti ed eventi simbolici a cui tutti noi siamo legati, ma allora perché al posto di accendere i “panevin” non accendere in modo simbolico delle  grandi torcie a “led” (potrebbero nascere delle start up per la loro costruzione ) con in cima una “vecia” che alla fine “brucia” .

Quasi zero emissioni, aria sana, tradizione rispettata.

Ma davvero non siamo in grado di cambiare prospettiva?

Alla fine alcune semplici domande:

1. quante sono le tradizioni “perse” negli ultimi cinquant’anni?
2. quante di quelle “perse” erano “buone” da conservare e quante quelle che è stato
     meglio perdere?
3. l’inquinamento dell’aria cinquant’anni fa, ma anche quaranta, anche trenta, anche
     vent’anni fa, era pari a quello attuale?
4. le malattie respiratorie sono in aumento o in diminuzione?
5. lasciamo stare gli anziani, ma nei bambini e nei giovani sono in aumento o in
    diminuzione le malattie e le allergie dovute all’inquinamento ambientale?
6. per dar sfogo alla nostra identità “provvisoria”, dato che, volenti o nolenti, siamo in
    tutti in continua trasformazione, è giusto, creare problemi di salute ad una
    moltitudine di altre persone?
7.
i nostri sindaci hanno l’obbligo di contrastare o no l’inquinamento ambientale?
8.
i nostri sindaci hanno l’obbligo di tutelare o no la nostra salute?

9. ma davvero non siamo in grado di cambiare prospettiva?

 

2 commenti

  1. Condivido ogni frase, in questi giorni di bel tempo stiamo respirando solo veleni, il problema è sottovalutato da tutti, ma non darei tanto la colpa ai sindaci, purtroppo la maggior parte delle persone non è sensibile… Per esempio ieri continuavano i “panevin” nonostante fosse passata una settimana e continueranno ancora. Il problema non sarebbe tanto un giorno ma il ripetersi di numerosi giorni di inquinamento. Per sensibilizzare ed educare ci sarebbe sempre il solito sistema di toccare il portafoglio, quindi sanzioni, blocchi del traffico e riscaldamenti come nelle città, e magari tassare le tonnellate di legna che provengono dai paesi stranieri inquinando anche nel loro trasporto… Quindi provvedimenti da parte delle regioni o nazionali.

  2. E’ vero che la colpa è di tutti.
    E’ vero che ci sarebbe bisogno di maggiore sensibilizzazione.
    E’ vero che bisognerebbe intervenire con controlli, multe e tasse di scopo.
    Ma è anche vero che coloro che ci “governano” e che dovrebbero essere le “punte di diamante” della comunità, la dovrebbero smettere di “pavoneggiarsi” richiamando la tradizione davanti ad un “panevin” e prendendo coscienza della situazione, che imperterrita ogni anno si presenta quasi nello stesso modo, prendere i provvedimenti necessari per tentare di ridurre questo l’inquinamento atmosferico e non contribuire al suo incremento.
    Ma per incoscienza o ignoranza o paura di perdere consenso o semplicemente per essere presenti in mezzo alla gente ed essere poi sui social, continuano a non fare nulla e questo è francamente insopportabile.

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